Unicredit diventa sempre più internazionale e meno italiana. La prima banca del nostro Paese continua ad attirare investimenti dall’estero, dopo la maxi-ricapitalizzazione da 7,5 miliardi di un anno fa. Ieri, il fondo americano BlackRock ha annunciato di avere aumentato la sua quota in Piazza Cordusio dal 3,106% dell’ultima rilevazione al 5,036%. Adesso, gli americani sono i secondi soci dopo il fondo arabo Aabar (6,501%), davanti ai russi di Pamplona (5,011%). In totale, i soci stranieri sono ora al 26,7% del capitale dell’istituto. Oltre alle suddette quote, infatti, spiccano anche il 4,61% della banca centrale libica, il 2,73% di Capital Research e il 2,016% di Allianz.
Inferiore la quota degli azionisti stabili italiani, con il 9% nelle mani delle tre maggiori Fondazioni (Crt, Cariverona e Carimonte) e un 2% di Leonardo Del Vecchio, Caltagirone, Maramotti e Della Valle.
Il titolo ha beneficiato ieri di un rialzo sulla notizia della salita di BlackRock. Attualmente, l’istituto capitalizza a Piazza Affari intorno a 27,5 miliardi. Solo un anno fa, prima dell’aumento di capitale, la banca valeva intorno a 5 volte meno, salvo riprendersi con l’iniezione dei 7,5 miliardi di aumento.
Il fondo aveva chiesto alla Consob e ottenuto che le sue quote in società italiane tra il 2 e il 5%, tra cui in Unicredit, non fossero considerate rilevanti, quindi, non soggette a comunicazione, secondo quanto stabilisce la disciplina europea. Ecco, perciò, che la comunicazione è avvenuta solo ieri al superamento del 5%.
Ricordiamo che lo statuto di Unicredit limita al 5% il diritto di voto in assemblea dei soci, anche se si detiene una quota superiore. Previsione che ha sinora scoraggiato l’ingresso di grossi capitali stranieri nella banca.