L’Unione Europea ha dato il via libera all’emissione dei Monti-bond da parte di Monte Paschi di Siena. Secondo Bruxelles, gli strumenti ibridi di capitale sarebbero necessari, affinché l’istituto rafforzi la sua posizione patrimoniale. Allo stesso tempo, l’Europa chiede che Siena presenti un nuovo piano industriale entro sei mesi. La sollecitazione lascia aperta la possibilità di richiedere ulteriori misure, oltre al piano già approntato dalla banca e che prevede il taglio di 4.600 posti di lavoro (-300 milioni di euro) e la chiusura di 400 filiali (-186 milioni di euro in spese amministrative).
Adesso ed entro il primo marzo, MpS potrà emettere bond che saranno sottoscritti dal Tesoro fino a un massimo di 3,9 miliardi. In più, Siena dovrà convocare anche l’assemblea dei soci per deliberare l’aumento di capitale, che si configura quale condizione possibile, nel caso in cui non fosse in grado di pagare in termini monetari la cedola sul prestito ottenuto dallo stato.
Il Tesoro, infatti, ha previsto con la legge di stabilità che sarà approvata entro l’anno che solo relativamente agli esercizi 2012 e 2013, MpS potrà emettere nuovi Monti-bond a copertura delle cedole eventualmente non pagate allo stato in denaro, in assenza di utili. Ma dal 2014 in poi, tuttavia, le uniche alternative saranno l’emissione di azioni offerte al Tesoro al valore nominale della cedola non ripagata; titoli che dovranno essere emessi ai prezzi di mercato, secondo quanto pretende la Commissione di Bruxelles.
Nel 2012, lo stato ha maturato una cedola di 170 milioni, pari al 9,5% sugli 1,9 miliardi di Tremonti-bond sottoscritti nel 2009.