Il consiglio di amministrazione di MpS ha varato il nuovo piano industriale, secondo le indicazioni provenienti dalla Commissione Europea, in cambio di un via libera di quest’ultima ai Monti-bond. Come da previsione, il board ha deliberato un aumento del numero delle filiali da chiudere, che passano da 400 a 550. Parimenti, il numero degli esuberi di personale sale a 8 mila unità entro la fine del 2017, 3.400 in più dei 4.640 già previsti dal vecchio piano, di cui 2.700 già usciti al 30 giugno di quest’anno e su un bacino di 32 mila dipendenti in tutto. Il costo del personale dovrebbe così scendere a regime di 500 milioni. Ma il piano non prevede licenziamenti, bensì il ricorso al Fondo esuberi attraverso i prepensionamenti, oltre che a probabili esternalizzazioni di attività, come già è accaduto con il personale del back-office.
Via libera al maxi-aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, un importo pari all’attuale capitalizzazione di MpS a Piazza Affari. L’aumento dovrà avvenire entro il 2014, anno in cui la banca si impegna a rimborsare 3 dei 4,07 miliardi di Monti-bond.
Entro il 2017, MpS raggiungerà con il nuovo piano un utile di 900 milioni per una redditività misurata dal rote del 9%. Il vecchio piano prevedeva una redditività del 7,1% la 2017. Il nuovo Core Tier 1, il Cet1, sarà, invece, del 10%. Grazie anche a un piano previsto di dismissioni dei BTp, che dovrebbero passare dai 23 miliardi ancora iscritti a bilancio a 17 miliardi.
Tetto più basso per gli emolumenti dei manager, fissato a 500 mila euro. Quest’anno, ad esempio, l’ad Fabrizio Viola percepirà 1,5 milioni.