L’aumento di capitale per MpS sarà ben più pesante del previsto. Serviranno 2,5 miliardi di euro, molti di più del miliardo di cui si era parlato. La conferma arriva dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui la richiesta è arrivata dal commissario alla Concorrenza, Joachim Almunia, con il quale ci sono stati colloqui nei giorni scorsi. La Commissione ritiene che al piano presentato da MpS debbano essere aggiunte determinate richieste, tra le quali, appunto, un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, finalizzato al rimborso parziale entro un anno dei Monti-bond d 4,07 miliardi e sottoscritti dal Tesoro a febbraio, in sostituzione per 1,9 miliardi dei vecchi Tremonti-bond del 2009.
Almunia ha avanzato anche la richiesta di ridurre il peso dei BTp in portafoglio (oggi a 24,7 miliardi), di proseguire con il taglio dei costi (ad oggi chiuse 400 filiali e personale ridotto per 4.600 unità), così come la banca dovrebbe adottare un diverso modello.
Dunque, MpS avrà un anno di tempo per varare la ricapitalizzazione, che stando ai valori attuali a Piazza Affari del titolo, avrebbe entità simile alla capitalizzazione in borsa. Tali denari dovranno arrivare dai soci privati, anche per l’evidente impossibilità della Fondazione MpS di partecipare all’aumento. In assenza del rimborso parziale già nel 2014, i Monti-bond sarebbero convertiti in azioni e la banca sarebbe di fatto nazionalizzata.
Si sapeva già che Bruxelles avrebbe chiesto un aumento di capitale superiore al miliardo, ma forse in pochi si attendevano linee guida così dure e tempi così rapidi. Lo scenario sembra, quindi, suggerire nel prossimo futuro un forte ridimensionamento della Fondazione nel capitale MpS, scendendo certamente fin sotto la quota del 10% dal 33,5% attuale.