La Commissione Bilancio del Senato ha reintrodotto la norma sui cosiddetti Monti-bond, che la scorsa settimana era stata dalla stessa sbianchettata. Quando manca meno di una ventina di giorni alla fine dell’anno, quindi, Monte Paschi di Siena potrà tirare un sospiro di sollievo, visto che la modifica al Senato le consentirà di evitare l’ingresso del Tesoro nel suo capitale, alle spalle della Fondazione.
Infatti, a giorni arriveranno in scadenza 1,9 miliardi di Tremonti-bond, ossia delle obbligazioni emesse dal Tesoro nel 2009 e su cui MpS dovrà corrispondere una cedola dell’8,5%, pari a 170 milioni. In assenza di utile, tuttavia, la banca avrebbe dovuto emettere un quantitativo di nuove azioni a compensazione del mancato pagamento degli interessi.
Ora che la nuova norma è stata approvata, invece, MpS potrà avvalersi della facoltà di sottoscrivere altri titoli del Tesoro per un importo corrispondente alla cedola non pagata. Quindi, entro fine dicembre, MpS sottoscriverà 3,9 miliardi di Tremonti-bond, di cui 1,9 miliardi per sostituire i vecchi titoli e 170 milioni al posto degli interessi.
Resta la questione del valore a cui emettere in futuro le nuove azioni in favore del Tesoro, a garanzia della sua cedola, in mancanza di utili e di pagamento degli interessi. L’Europa vorrebbe che le azioni fossero emesse ai prezzi di mercato, mentre Roma propende per il valore d’iscrizione a bilancio. Nel primo caso, ad esempio, i 170 milioni di cui sopra sarebbero il 15,5% circa del capitale azionario di MpS, mentre nel secondo il Tesoro entrerebbe “solo” con il 6,5%.
In ogni caso, Piazza Affari sta reagendo bene alla notizia della reintroduzione della salva-MpS, con il titolo a quota o,20 euro.