Il patto di sindacato che controlla Mediobanca è sceso dal 44% del 22 luglio 2011, data dell’ultimo rinnovo, al 30,05% di oggi. La percentuale è quella appena sufficiente a consentire il rinnovo automatico del patto per due anni, stando all’art 10 dell’accordo che lega gli azionisti di controllo. L’altro giorno, infatti, i francesi della compagnia assicurativa Groupama si sono svincolati con la loro quota del 4,298%, ma precisando di non avere intenzione di vendere la partecipazione. In sostanza, sono semplicemente usciti dal patto. La stessa cosa aveva fatto anche Carlo Pesenti, il quale, tuttavia, contrariamente a quanto egli stesso aveva dichiarato, ha tenuto vincolata al patto una quota dell’1,5%, sufficiente a tenere la percentuale complessiva sopra il 30% di Mediobanca.
Dopo l’addio anche di Marco Brunelli e la cessione del 3,83% di Fonsai, sollecitata in tal senso dall’authority, in seguito alla fusione con Unipol, il maggiore azionista di Mediobanca continua a rimanere Unicredit con l’8,697%, seguito da Vincent Bolloré al 6% e che dopo l’addio al patto di Groupama ha annunciato al ricerca di un altro socio francese entro la fine dell’anno.
Adesso, le banche pesano per il 40,04% del capitale vincolato al patto, i soci industriali per il 40% e i soci esteri (Bolloré) scendono al 19,96%.
Ricordiamo come Mediobanca sia concentrata in questa fase a vendere tutti gli asset non core, come ha già fatto con il 7,3% in Telco, da poco ceduto agli spagnoli di Telefonica, con la quota di quasi il 15% in Rcs, che presto sarà ceduta, con la discesa dal 13,465% al 10% in Generali e la vendita anche di Gemina. Piazzetta Cuccia intende concentrasi sul business core, mantenendo Compass per il credito al consumo e Che Banca! per la raccolta di risparmio online.