E’ scontro tra le imprese e le banche italiane e Lch Clearnet, la più importante stanza di compensazione europea con sede a Londra. La “clearing room” opera come controparte sia per le banche internazionali creditrici, sia anche per le banche che quotidianamente prendono a prestito il denaro e lo restituiscono nei tempi prefissati. Tra coloro che prendono il denaro in prestito vi sono ovviamente anche gli istituti italiani. Ora, i debitori devono depositare titoli in garanzia presso Lch Clearnet e a causa della crisi dello spread, già da molti mesi le nostre banche sono costrette a versare un quantitativo maggiore di BoT e BTp, essendo questi considerati meno sicuri. Tuttavia, la misura peggiorativa delle condizioni di finanziamento continua ad essere applicata anche ora che lo spread si attesta a un livello mediamente dimezzato che un anno fa, quando sul decennale era oltre 500 punti base.
A fare traboccare il vaso è stata, poi, la goccia di questi giorni, ossia la decisione di Lch Clearnet di non garantire più per la solvibilità della sua divisione italiana, la Cassa compensazioni, per il caso assai improbabile di un suo fallimento.
Le condizioni restrittive della Lch Clearnet verso gli istituti italiani hanno l’effetto di disincentivare gli investitori ad acquistare titoli di stato italiani, venendo meno la loro funzione di garanzia, così come di creare sul mercato la sensazione che i nostri bond pubblici non siano sicuri. Lo scontro è diventato così aspro nelle ultime ore, che le banche italiane vorrebbero denunciare la società di Londra per discriminazione.