Secondo i dati di Bankitalia, le sofferenze bancarie sono cresciute del 22,9% ad ottobre, in linea con il mese precedente e ai massimi dal 1998. E a fronte della situazione negativa sul fronte dei prestiti dubbi, il credito concesso alle famiglie e alle imprese italiane si contrae sempre di più. Gli impieghi verso le prime sono diminuiti su base annua dell’1,3%, contro il -1,1% di settembre. Ancora peggio è andato alle società non finanziarie, che rispetto a un anno prima hanno ottenuto finanziamenti in calo del 4,9% (-4,2% a settembre). In totale, il credito ai privati si è contratto su base annua del 3,7%, in accelerazione dal -3,5% di settembre.
Sul fronte della raccolta, i dati sono positivi. I depositi sono cresciuti del 5,4%, contro il +3,6% annuo di settembre, mentre la raccolta obbligazionaria, comprensiva delle obbligazioni detenute dalle banche, si è ridotta del 7%, in decelerazione dal -7,2% di settembre.
In lieve calo i tassi applicati ai mutui, che passano dal 3,97% medio di settembre al 3,90%. Anche sui nuovi prestiti per il credito al consumo si contraggono al 9,28% dal 9,61% del mese precedente.
In aumento i tassi sui prestiti alle società finanziarie e per importi non superiori al milione di euro. Passano dal 4,33% al 4,49%, mentre sugli importi più alti al milione scendono dal 2,98% al 2,86%.
Nonostante i dati di Bankitalia sottolineino un perpetuo “credit crunch” ai danni dell’economia reale, il titolo MpS e quelli degli altri bancari spolverano rialzi nella seduta odierna, sebbene proprio Siena sia al centro delle attenzioni dei mercati per il possibile no all’aumento da 3 miliardi da parte della Fondazione, azionista di controllo con il 33,5%.