I dati diffusi ieri dalla Banca d’Italia confermano la grave crisi del sistema creditizio. Nel mese di aprile, infatti, il calo degli impieghi verso le famiglie e le imprese non finanziarie è stato del 2,3% su base annua, in accelerazione dal -1,7% di marzo. E se i prestiti verso le famiglie sono scesi dello o,8%, stesso dato di marzo, la contrazione è stata più marcata per le società non finanziarie, -3,7% dal -2,8% di marzo. Al contrario, i tassi applicati mediamente sui prestiti per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti lievemente, passando dal 3,90% di marzo al 3,95% di aprile. Leggera diminuzione, invece, per i tassi sul credito al consumo, passati dal 9,64% al 9,48% medio. Crescono anche quelli sui prestiti alle imprese fino a un milione di euro, che salgono dal 4,36% al 4,39%. Per gli importi superiori al milione di euro, i tassi crescono più marcatamente dal 2,93% al 3,12%. Lieve contrazione per quelli passivi, ossia per i tassi applicati dalle banche sui depositi, che scendono dall’1,16% di marzo all’1,14% di aprile.
Per quanto concerne la raccolta del risparmio, la crescita accelera al 7,1% su base annua dal 7% di marzo. Mentre la raccolta obbligazionaria, comprensiva del sistema bancario, decresce del 3% dal -3,3% del mese precedente, sempre su base annua.
Infine, nuovo record per gli acquisti di titoli stato italiani da parte degli istituti nazionali. Ne posseggono ora 378,04 miliardi, in aumento dai 362,91 miliardi di euro di marzo.
Il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, spiega che in questa fase stanno richiedendo prestiti per lo più le imprese in difficoltà, che poi hanno problemi a restituire il denaro, pertanto, farebbero bene le banche ad essere prudenti, come dimostra il dato delle sofferenze, cresciute ad aprile del 22,3% su base annua dal 21,7% di marzo.