Gli istituti italiani hanno acquistato tra il marzo 2012 e il marzo 2013 un ammontare di titoli di stato per un controvalore di 72 miliardi di euro in più di prima. Secondo la Banca d’Italia, nei portafogli delle banche c’erano alla fine del primo trimestre di quest’anno 362 miliardi di bond sovrani italiani, contro i 290 miliardi dell’anno precedente. E in accelerazione decisa dalla fine di dicembre del 2012 (+30 miliardi), grazie al venir meno delle tensioni più acute sui mercati finanziari, che ha ridotto il rischio. Ma in parallelo, scendono i prestiti effettuati alle imprese non finanziarie (855 miliardi, -29 miliardi) e alle famiglie (606 miliardi, -9 miliardi), per un ammontare complessivo di 1.461 miliardi di euro, -2,55%. Seguono i fondi e le assicurazioni nazionali e retail, che a febbraio detenevano rispettivamente in portafoglio 347 e 188 miliardi di euro di BoT, BTp e CTz.
Grazie a queste cifre considerevoli, la domanda dei nostri titoli di stato è sempre stata abbondante, anche nei momenti di maggiore crisi e ha compensato la fuga degli investitori esteri, registratasi nel 2012 e che solo nelle ultime settimane sembra essersi arrestata, per dare il via al trend opposto.
Tuttavia, gli impieghi in favore di famiglie e imprese languono, mentre il mondo imprenditoriale lamenta lo scarso impegno dei nostri istituti, che tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012 hanno ottenuto dalla BCE 260 miliardi di euro di prestiti triennali al tasso dell’1%, tramite le due aste Ltro. Soldi, che sono stati investiti nei redditizi e sicuri titoli di stato italiani o che sono stati impiegati per sistemare i bilanci bancari, senza che l’economia reale abbia visto il becco di un quattrino.