La Commissione Europea per l’agricoltura ha presentato i suoi nuovi progetti per una riforma della Politica agricola comune (PAC), per i bandi che andranno a sostituire quelli del 2010 e che sono al momento in vigore. Però, il mondo agricolo, nel suo complesso, si è mosso in reazione alla proposta manifestando alcuni dubbi e talune perplessità che sono sorti tra gli operatori del settore.
I dibattiti a tal proposito, sui tavoli comunitari, parlano di scarso coraggio della Commissione Europea nel proporre strumenti che siano realmente innovativi ed all’altezza delle sfide che il swettore si troverà ad affrontare ed agli obiettivi che dovrà raggiungere.
I nuovi piani della commissione Europea per l’agricoltura confermano, di fatto, l’architettura e la connotazione storica della PAC basata sui due pilastri, proponendo una maggiore flessibilità fra i due strumenti, con il principale obiettivo di contribuire a risolvere le problematiche sociali, le problematiche economiche e le problematiche ambientali in linea, con gli obiettivi dei piani di Europa 2020.
Tuttavia sembra che, sino ad ora, sia confermato che, a fronte di un aumento degli obiettivi e delle sfide da raggiungere, risulti ridotto il budget previsto dalla Commissione Europea per i nuovi PAC. Rispetto ai 413 miliardi di euro dell’attuale programmazione dei PAC per il periodo 2007-2013, vengono, invece, proposti 382,9 miliardi, che corrispondono ad un’incidenza della spesa agricola sul bilancio comunitario pari al 36 %, a fronte del 39,4 % che è stato stimato per il periodo 2007-2013.
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