L’immigrazione in Italia da molti vista come un problema, ma da altri è vista come un’opportunità. Non a caso ogni anno nel nostro paese tra le nuove aziende che vedono la luce, molte sono fondate da extracomunitari e il loro peso nel mercato del lavoro è in forte crescita, spesso in settori che richiedono manodopera in grande quantità, ma che sono da qualche anno snobbati dai nostri connazionali perchè troppo poco qualificati o troppo faticosi.
Un recente studio della Fondazione Leone Moressa ha messo in luce come nelle micro-aziende, cioè quelle con meno di 15 dipendenti, che non sono soggette all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, l’assunzione di stranieri ha fatto registrare un boom non indifferente nel corso dell’ultimo anno.
Una spiegazione del fenomeno è stata data sul sole24ore dal professor Emilio Reyneri, che insegna sociologia del lavoro all’università di Milano Bicocca: «La concentrazione di stranieri nelle piccolissime imprese è strutturale ed è dovuta a molti fattori: i lavoratori italiani preferiscono le imprese medio-grandi dove hanno più stabilità. Le microimprese, invece, danno più facilmente contratti a tempo indeterminato […] E gli stranieri hanno bisogno del contratto a tempo indeterminato per mantenere il permesso di soggiorno, che altrimenti “scade”».
Un altro aspetto sottolineato dal docente è la capacità di ”adattamento” al lavoro da parte degli stranieri che arrivano in Italia, un aspetto da cui anche noi dovremmo prendere esempio, magari accettando un lavoro di basso profilo anzichè attendere da disoccupati per anni il ‘lavoro dei sogni”: . «Le piccole imprese specie in alcuni settori come l’edilizia hanno bisogno di manodopera non qualificata e gli immigrati sono più disponibili a coprire questi posti, anche quando sono diplomati e qualche volta perfino laureati».
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