Il Consiglio regionale del Veneto a breve approverà, con il voto favorevole sia della maggioranza che dell’opposizione, un provvedimento che modificherà la legge istitutiva del Parco del Delta del Po, per rendere possibile l’ammodernamento della centrale, che dovrebbe prevedere investimenti da parte dell’Enel per 2,5milioni, ma con una ricaduta sul territorio pari a circa 400 milioni e che dovrebbe entrare in funzione verso la metà del 2012.
La nuova legge reciterà così: «Nel caso di impianti di produzione di energia elettrica alimentati ad olio combustibile superiore a 300 mw termici già esistenti alla data di entrata in vigore della legge istitutiva del parco regionale Delta del Po, per i quali sia stata richiesta o venga richiesta la conversione a carbone o altro combustibile solido ai sensi della normativa statale, la conversione deve assicurare l’abbattimento delle emissioni di almeno il 50% rispetto ai limiti previsti per i grandi impianti di combustione».
L’intervento programmato ridurrà sì la potenza dagli attuali 2.640 mw a 1.980, ma in compenso le emissioni di anidride solforosa scenderanno dell’88%, del 61% quelle di ossido di azoto, dell’82% di polveri sottili e del 26% di anidride carbonica. Sranno inolgtre creati posi di lavoro per circa 1.600 persone in fase di ristrutturazione, mentre a regime i posti di lavoro saranno 350 in centrale e circa 550 all’esterno di essa.
Intanto gli industrialo regionali cantano vittoria, per bocca del loro presidente: «Ne deriverà un indotto importante per le imprese della regione e, in più, la centrale porterà ad un equilibrio tra la produzione di energia e i consumi del sistema veneto».
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