Il porto di Gioia tauro è sicuramente uno dei punti di forza dell’economia calabrese, grazie soprattutto a una posizione geografica molto favorevole, con moltissimi container che transitano dallo scalo ogni giorno. Non a caso la criminalità organizzata ha tentato più volte di mettere le mani sul porto, come testimoniano le inchieste delle forze dell’ordine che più di una volta hanno difeso questo pilastro dell’economia regionale dai tentacoli dell ‘ndrangheta.
Stavolta un grande pericolo per il porto non viene dai malavitosi, ma dalla Danimarca: è di pochi giorni fa la notizia che il il colosso danese Maersk, il numero uno del trasporto di container nel mondo ha deciso di lasciare lo scalo portuale.
Con il senno di poi è facile trovare segnali della prossima dipartita dalla zona del colosso. Infatti pochi mesi fa l’azienda aveva denunciato «assenteismo e bassa produttività» in Calabria e probabilmente come conseguenza della situazione aveva già da tempo diminuito il numero di container che transitavano per il porto.
Anche altri armatori, come Aponte, avevano denunciato l’inefficienza dello scalo «deve essere in condizione di lavorare 365 giorni l’anno e invece questo, a Gioia Tauro, non avviene», ma senza dubbio a far prendere in Danimarca la decisione che ha spiazzato le autorità regionali, è stata senza dubbio anche il costo della manodopera nettamente inferiore in nordafrica, anche se le condizioni politiche dell’area sembrano non fornire certezze nel breve periodo agli investitori.
I sindacati chiedono l’aiuto delle istituzioni e del governo: la partita è appena iniziata