La crisi libica sa continuando senza sosta e le notizie, frammentarie, che riescono a uscire dal paese parlano di una situazione di morte e distruzione in tutta la nazione, con scontri sanguinosi, soldati che disertano e una disperata resistenza del regime nella capitale, Tripoli. Come tutti sanno però la Libia è un terreno di conquista per l’economia italiana, con molte imprese impegnate nell’ex colonia, che ora vedono a rischio i loro investimenti.
Il gruppo Salini-Todini, era già presente Libia da anni ed era appena riuscito ad ottenere una commessa importante, stando a quanto dichiarato da Luisa Todini: «Salini era già presente in Libia con importanti progetti, ma da poco Salini-Todini ha acquisito una nuova commessa, ma non abbiamo nemmeno fatto a tempo a mettere su il cantiere». Di tutt’altro umore saranno sicuramente nel quartier generale dell’Astaldi, che aveva partecipato alla gara d’appalto per la grande autostrada costiera, commessa andata verso la metà di dicembre alla Saipem e le dichiarazioni «Il gruppo si è concentrato su paesi mirati», per quanto diplomatiche lasciano intravedere chiaramente la gioia per lo scampato pericolo.
La Bonatti ha ha dichiarato che i suoi dipendenti in Libia, circa mille divisi su una dozzina di aree di lavoro, saranno rimpatriati, anche grazie all’intervento di voli speciali e navi messe a disposizione dal nostro ministero della difesa, facendo presagire un’interruzione della produzione che al momento sembra l’unica via praticabile dato lo svolgersi degli eventi.
Carlo Pampari, il responsabile internazionale dello Ieo, annuncia invece lo stop a un importante progetto medico: «Una delegazione di infermieri nell’ambito oncologico doveva partire per collaborare con una delle strutture sanitarie più importanti della Libia, il Tripoli Medical Center, per promuovere attività di prevenzione e cura oncologica. La partenza, quantomeno, è rinviata».
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