La questione delle quote latte da sempre è una delle più spinose che la politica deve affrontare, soprattutto da quando una parte della politica italiana, identificabile con la Lega Nord, ha deciso di prendere le difese degli allevatori che hanno violato la direttiva europea. In merito alla questione hanno parlato recentemente sia il ministro dell’economia Giulio Tremonti, che la Coldiretti, dato che un articolo della nuova finanziaria tocca l’argomento.
La dichiarazione del presidente della Coldiretti, Sergio Marini, sembra essere categorica: «Se la norma inserita nella manovra dovesse avere l’effetto di dilazionare senza ragione i pagamenti o peggio ancora di creare un quadro di confusione amministrativa che compromette la restituzione delle multe allora si restituiscano i soldi a tutti gli allevatori che onestamente hanno rispettato le regole e si sono indebitati per pagare le multe o acquistare le quote».
Dopo le dichiarazione di intenti il presidente dell’associazione degli agricoltori passa a mostrare le cifre: «I produttori di latte in regola hanno subìto costi per la gestione delle quote pari a 2,42 miliardi di euro, dei quali 1,7 miliardi per l’acquisto, 150 milioni per l’affitto, 220 per il versamento del prelievo e 350 milioni per l’adesione alla rateizzazione prevista dalla legge 119/03».
Maurizio Sacconi invece, ministro del Welfare, tenta di gettare acqua sul fuoco, puntando su altri provvedimenti governativi: «Abbiamo lavorato insieme alla regolarizzazione del lavoro stagionale e ora abbiamo 3 milioni e mezzo di voucher in agricoltura, un sistema che va reso ancora più semplice e diffuso e insieme faremo adesso una ulteriore semplificazione per agevolare quelli che vogliono regolarizzarsi».
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