L’accordo tra Fiat e i sindacati metalmeccanici sul nuovo contratto di lavoro unico per tutti gli stabilimenti aziendali in Italia è stato raggiunto ieri con la firma di Fim e Uilm, i quali hanno detto sì al modello Pomigliano su base nazionale.
In questo modo, a partire dall’1 gennaio non ci sarà alcun vuoto contrattuale, dopo che l’ad Sergio Marchionne aveva annunciato la disdetta di tutti gli accordi precedentemente firmati.
Resta fuori Fiom, i metalmeccanici della Cgil, che non avevano firmato un anno fa nemmeno l’accordo su Pomigliano. A questo punto, Fiom è fuori dalle fabbriche Fiat, perchè il nuovo accordo stabilisce che le organizzazioni sindacali dovranno nominare le Rsa, cioè le loro rappresentanze a livello aziendale, ma solo per quelle che hanno firmato l’intesa.
L’accordo prevede l’aumento del numero di ore di straordinario comandato a 120 ore dalle attuali 40. La loro retribuzione sarà aumentata il sabato tra il 50 e il 60%. Aumentano anche i turni di lavoro, che passano a 18, cioè 3 al giorno per sei giorni alla settimana.
Tuttavia, la settimana lavorativa di sei giorni è seguita da una di quattro giorni. Viene anche disincentivato l’assenteismo, con penalizzazioni sui permessi sindacali. E per il 2012 è previsto un premio di 600 euro per ciascun lavoratore.
Le pause saranno ridotte di 10 minuti al giorno, ma in cambio ciascun lavoratore si vedrà monetizzare questo tempo, attraverso un incremento salariale.
L’ad Sergio Marchionne parla di un accordo storico, che non tocca i diritti dei lavoratori. Non la pensa così il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che parla di intesa anti-sindacale.
Grazie alla firma di ieri, saranno tutelati i posti di lavoro di 86.200 dipendenti italiani e si scongiura l’ipotesi di uno smantellamento progressivo degli stabilimenti Fiat in Italia.
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