L’Expo del 2015 è senza dubbio una grande occasione per Milano e attorno all’evento sono subito iniziate le polemiche su molti aspetti del piano, non ultimi i tempi, dato che al momento a quattro anni e mezzo dall’evento non è ancora iniziato nemmeno un cantiere. Vicente Loscertales, segretario generale del Bie (Bureau International des Expositions) è stato due giorni in visita a Milano, e ha chiuso le polemiche degli ultimi tempi sull’aspetto del sito dell’Expo.
Loscertales ha infatti dichiarato: Non c’è mai stata l’intenzione di fare 150 orti tutti uguali. Le persone non vengono a un’esposizione universale per vedere solo un grande orto. Quello era un concetto di partenza che è stato sviluppato in modo adeguato nel masterplan di Expo».
Il vero punto di svolta alla questione è stato quello dei terreni, discusso in due incontri separati con il sindaco Pisapia e il governatore Formigoni, dato che: «Senza i terreni c’era un problema di credibilità. I paesi davano l’adesione all’esposizione senza avere certezze. La società Arexpo è la soluzione ideale. Ora la priorità è il lancio della prima gara entro luglio e l’inizio dei lavori in ottobre. Se non si fa così Expo è a rischio, perché restano tre anni per fare tutto». In sostanza questo è stato un avvertimento: o si inizia a lavorare in tempi brevi o sono guai seri per tutti.
Per il successo dell’Expo la ricetta è una sola, sempre secondo Loscertales: le istituzioni devono lavorare insieme perchè «Il loro coinvolgimento è fondamentale per il successo di Expo». Una cooperazione che in Italia purtroppo spesso rimane solo sulla carta.
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