La notizia è di quelle che allarmano i lavoratori: l’Alitalia ha intenzione di ridurre il personale e per questo oggi incontrerà i maggiori sindacati del settore, dalla Filt Cgil alla Fit Cisl, dalla Uiltrasporti alla Ugl Trasporti per una riunione che negli auspici della compagnia aerea dovrebbe risultare decisiva, ma i sindacalisti non sembrano propensi a chiudere così in fretta le trattative.
Senza mezzi termini Alitalia ha dichiarato le sue intenzioni: ridurre il personale di circa mille unità, dal momento che l’amministratore delegato del gruppo, Rocco Sabelli, ha intenzione di proseguire nelle strategie decise ormai da due anni, puntando su una forza lavoro di circa 12600 lavoratori, a fronte dei circa 14mila dipendenti attuali, tra personale di volo e di terra, contando anche coloro che sono assunti con contratti part-time o stagionali.
L’azienda è intenzionata a sfruttare la cassa integrazione volontaria per 700 lavoratori, mentre invece i sindacati puntano a limitarla a 500 e a far sì che ne usufruiscano soprattutto coloro che sono prossimi alla pensione, ma a patto che non vi siano ”ripercussioni operative”, cioè gli esuberi non devono tradursi in un aumento insostenibile della mole di lavoro di coloro che rimangono in servizio.
La situazione più complessa appare però quella che riguardai piloti: le associazioni di categoria accusano l’azienda di non fare nulla per risolvere il problema degli organici ridotti e della turnazione, oltre che di essere in ritardo con i pagamenti di ben 15mila giornate di ferie. Se l’ultimo aspetto è quello che può sembrare più preoccupante dal punto di vista economico, sicuramente i primi due lo sono sul piano della sicurezza, ambito su cui nessuna compagnia aerea può permettersi di rischiare.
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