In sintesi il nuovo progetto di riforma, frutto di un lungo percorso di analisi e di consultazioni, si concentra su tre sfide principali:
1) sicurezza alimentare ossia sicurezza degli approvvigionamenti, tanto all’interno che all’esterno dell’Unione, prestando parecchia attenzione sia alla qualità che alla quantità degli alimenti
2) salvaguardia dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici
3) equilibrio territoriale.
Si tratta di sfide ambiziose assolutamente condivisibili, ma poiché non vi è chiarezza e/o condivisione sugli strumenti, molti prevedono l’approvazione di una riforma che non si discosti dalla continuazione dell’attuale PAC.
Nello specifico i punti fondamentali della riforma sono:
1) Aiuti al reddito mirati a incentivare la crescita e l’occupazione sostenendo il reddito degli agricoltori in modo più equo.
2) Strumenti di gestione delle crisi adeguati alle nuove sfide economiche al fine di contrastare la volatilità dei prezzi e propone reti di sicurezza più efficaci.
3) Un pagamento “verde”, dove la CE propone di riservare il 30% dei pagamenti diretti alle pratiche che ottimizzano l’uso delle risorse naturali, come la diversificazione delle colture, la conservazione dei pascoli permanenti e la salvaguardia delle riserve ecologiche e del paesaggio.
4) Finanziamenti finalizzati alla ricerca e all’innovazione come volano ad un’agricoltura che possa diventare realmente competitiva creando un nuovo partenariato per l’innovazione promuovendo il trasferimento del sapere e favorendo una cooperazione più stretta tra il settore agricolo e la comunità scientifica.
5) Una filiera alimentare più competitiva ed equilibrata: sostenere le organizzazioni di produttori e quelle interprofessionali nonché sviluppare le filiere corte dal produttore al consumatore.
6) Incoraggiare le iniziative agroambientali a livello nazionale, regionale e locale inserendo specifiche misure all’interno dello sviluppo rurale.
7) Facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori istituendo una nuova agevolazione all’insediamento per sostenerli durante i primi cinque anni di vita del loro progetto.
8) Stimolare l’occupazione rurale e lo spirito d’impresa creando un “kit d’avviamento” per sostenere i progetti di microimpresa con finanziamenti fino a 70.000 euro per un periodo di cinque anni.
9) Maggiore attenzione alle zone fragili offrendo agli Stati membri la possibilità di fornire un maggior sostegno agli agricoltori che si trovano in zone con vincoli naturali.
10) Una PAC più semplice ed efficace semplificando i requisiti di condizionalità e i sistemi di controllo, senza peraltro diminuirne l’efficacia.
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