Il decreto Bankitalia sulla rivalutazione delle quote è nel mirino della Commissione UE, dopo la denuncia dell’europarlamentare dell’Idv, Niccolò Rinaldi. Il commissario alla Concorrenza, Joachim Almunia, ha inviato una lettera al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, invitandolo a inviargli il testo del decreto e relative informazioni. Il sospetto di Bruxelles è che numerosi punti del provvedimento potrebbero violare il divieto europeo degli aiuti di stato, in questo caso, alle banche.
Il decreto Bankitalia ha rivalutato le 300 mila quote della Banca d’Italia dai 156 mila euro di valore al quale erano state iscritte nel 1936 a 7,5 miliardi di euro. Di conseguenza, le banche e le assicurazioni azioniste della Banca d’Italia si sono viste incrementare il valore delle loro partecipazioni, ottenendo una plusvalenza, sulla quale verseranno un’imposta del 12,5%.
In più, il decreto fa divieto alle società straniere di possedere quote nell’istituto centrale italiano, mentre è fissato un tetto del 3% alle quote che si possono detenere. L’effetto di tali disposizioni è che gli azionisti, le cui quote oggi eccedono il 3%, dovranno vendere sul mercato la partecipazione in eccesso e in mancanza di un compratore, sarà la stessa Banca d’Italia a rilevare la quota eccedente in via temporanea, per rivenderla sul mercato ai privati.
Secondo Bruxelles, il divieto di acquisto da parte di società straniere sarebbe lesiva delle regole comunitarie, così come si configurerebbe quale aiuto di stato sia il pagamento dell’aliquota agevolata sulle plusvalenze (12,5% e non il 20%, come prevede la disciplina generale), sia l’obbligo di vendere le quote in eccesso e il loro riacquisto eventuale della Banca d’Italia.