Il cda di Banca Carige si riunisce oggi per decidere il da farsi sull’aumento da 800 milioni di euro, che la Banca d’Italia chiede da diversi mesi. Alla ricapitalizzazione si oppone parte della Fondazione, con due consiglieri, Andrea D’Angelo e Guido Alpa, rispettivamente di indirizzo e di amministrazione, che si sono dimessi in polemica contro il presidente Paolo Momigliano, accusato di non difendere a sufficienza gli interessi dell’Ente, visto che ha di fatto dato il suo via libera alla ricapitalizzazione della banca, pur non avendo la Fondazione i mezzi necessari per parteciparvi.
In particolare, i due consiglieri eccepiscono che il presidente non abbia subordinato il suo parere favorevole all’aumento di capitale di Banca Carige alla previa cessione degli asset assicurativi, cosa che avrebbe ridotto il fabbisogno di capitali e, quindi, la diluizione della quota della Fondazione, altrimenti destinata a scendere da oltre il 46% attuale al 14% circa, tra mancata partecipazione all’aumento e cessione di parte della quota.
Il cda oggi dovrà scegliere tra due ipotesi: accettare lo slittamento dell’aumento, così come preferirebbe la Fondazione oppure esercitare la delega entro la fine di giugno, di fatto rinviando l’aumento solo di poche settimane, rispetto a quanto era stato previsto. Sulla scelta dovrà esprimersi l’assemblea straordinaria, la cui data di convocazione sarà individuata oggi dal board.
La Banca d’Italia aveva imposto l’aumento di 800 milioni entro la fine di dicembre del 2013, ma era slittato per la fine di marzo di quest’anno, salvo essere ancora rinviato, ma nei tempi che Via Nazionale riterrà opportuni. Al momento, Banca Carige vale in borsa 900 milioni, 100 soli in più della ricapitalizzazione.