Gli stress-test dell’Eba, la European Banking Authority, ha comunicato alcuni dettagli sugli stress-test a cui saranno sottoposte 124 banche europee, di cui 15 italiane. I risultati saranno resi noti alla fine di ottobre. Partiamo dal Common Equity Tier1: quello minimo dovrà essere del 5,5%. Si tratta del capitale di migliore qualità rapportato all’attivo. Inizialmente, dovrà essere almeno dell’8%, per scendere fino a un minimo del 5,5%, considerando uno scenario degradato, con l’aumento dei rischi sul credito, sui titoli di stato, sulle cartolarizzazioni e un aumento del costo del funding. Solo i titoli di stato disponibili alla vendita e per il trading saranno valutati al prezzo di mercato.
Rispetto alla previsione di un Common Equity Tier1 dell’8%, i criteri degli stress-test sembrano abbastanza più morbidi. Nei giorni scorsi, poi, si era diffusa l’indiscrezione che la percentuale sarebbe stata fissata al 6%, per cui quanto comunicato oggi dall’Eba risulta essere ancora più favorevole alle banche.
Non sono stati resi noti, invece, i dettagli sui criteri applicati per designare lo scenario avverso. Probabile che la comunicazione arrivi a maggio, mentre già lunedì dovrebbe essere svelato qualche dettaglio sugli Asset Quality Review, la revisione qualitativa degli asset bancari, che sarà condotta dalla BCE, sotto la regia di Mario Draghi.
I risultati degli stress-test saranno resi noti alla fine di ottobre, qualche settimana prima delle attese, che erano per novembre.
Le banche italiane non dovrebbero incontrare difficoltà apparenti a superare l’esame europeo, mentre la situazione potrebbe essere più complessa nel resto del Vecchio Continente, dove sono stati stimati deficit di capitale fino a 750 miliardi di euro, a fronte di un surplus di 29,5 miliardi previsto per gli istituti italiani, rispetto ai requisiti minimi imposti (scenario con Common Equity Tier 1 minimo al 6%).