L’Italia non sta rispettando gli impegni assunti con la Commissione europea sulla riduzione del debito. Lo afferma il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, che in un’intervista a Repubblica spiega di avere il dovere di essere scettico, a fronte dei dati comunicati dal governo di Roma. Il nostro paese rispetterà per un soffio il tetto massimo del 3% di deficit sul pil, ma non starebbe facendo bene sul fronte del calo del debito, visto che avrebbe dovuto tagliarlo di mezzo punto percentuale sul pil, mentre lo starebbe facendo solo dello 0,1%. Plauso del commissario sulle misure adottate dal governo con privatizzazioni e spending review. Le prime porteranno a una maggiore efficienza del nostro sistema economico e contribuiranno un pò al miglioramento dei nostri conti pubblici, mentre le seconde, avverte, avranno un effetto positivo se potranno essere contabilizzate già sul bilancio del 2014 come minori spese.
L’Italia, continua Rehn, ha grandi potenzialità come la Francia e la Finlandia, ma deve capire che ha un problema di competitività e che la crescita può passare solo per un processo di consolidamento fiscale.
A questo punto, la Commissione mette sull’attenti l’Italia e rimanda ai conti “ad interim” di febbraio una valutazione supplementare delle misure di bilancio adottate in queste settimane per l’esercizio 2014.
In ogni caso, ha spiegato Rehn, proprio per le difficoltà dell’Italia a mantenere gli impegni sul fronte dell’abbattimento del suo debito pubblico, essa non potrà beneficiare della clausola prevista a maggio, che avrebbe consentito maggiori investimenti, grazie a un allentamento della pressione sul deficit, che ora, al contrario, dovrà essere contenuto al 2,2% e non più al 2,5% del pil.