Ieri, l’Istat ha diffuso i dati preliminari sull’inflazione nel mese di novembre e quelli sulla disoccupazione ad ottobre. In entrambi i casi si è trattato di due record. Partiamo da questi ultimi. Il mese scorso, i disoccupati sono stati 3 milioni 189 mila, pari al 12,5%, il tasso più alto dall’inizio delle rilevazioni trimestrali dal 1977 e dall’inizio delle rilevazioni mensili dal 2004. Ancora più agghiacciante il dato della disoccupazione tra gli under 25, esploso dello 0,7% al 41,2%, anche in questo caso il record di sempre. In un anno, il tasso di disoccupazione è aumentato dell’1,2%, pari a 287 mila unità in più. Il numero degli occupati è sceso dell’1% su base annua ed è salito dello 0,1% rispetto a settembre, pari a 22 milioni 358 mila lavoratori.
Passando all’inflazione, a novembre l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,4% su base mensile, mentre è salito di appena lo 0,6% su base annua. Si tratta del tasso di crescita annua più basso dall’ottobre del 2009, quando l’Italia si trovava in piena recessione. E’ stato anche il terzo calo consecutivo, con l’inflazione che si è praticamente dimezzata in soli tre mesi, mentre è scesa anche dallo 0,8% di ottobre.
Nel resto dell’Eurozona, invece, i prezzi hanno accennato a un timido rialzo, passando dal +0,8% di ottobre al +0,9% di questo mese, segno che il raffreddamento ulteriore dell’Italia, nonostante l’aumento dell’IVA al 22% a novembre, sarebbe frutto di una crisi nerissima dei consumi, che tenendo bassa la domanda deprime i prezzi.
A questo punto, se il trend proseguisse anche nei prossimi mesi, l’Italia potrebbe entrare in una spirale deflattiva, ossia con gli indici dei prezzi in calo anche su base annua, cosa che viene temuta moltissimo da economisti e analisti.