Fiat ha comunicato che il consiglio di amministrazione della controllata Chrysler, tenendo conto dei consigli dei consulenti legali e di quelli dei potenziali sottoscrittori, ha deciso di rinviare l’IPO, inizialmente prevista entro la fine dell’anno. Alla luce di ciò, Torino si limita a ritenere che la quotazione del 16,6% di Chrysler potrebbe avvenire nel primo trimestre del 2014, ma una data certa non esiste, perché dipende dalle effettive condizioni del mercato. Gli analisti ritengono che la casa torinese abbia già fissato il prezzo dell’IPO per una valutazione complessiva della controllata tra i 9 e i 12 miliardi, in linea con quella su cui si basano le banche a cui è affidata la quotazione.
Se così fosse, Fiat potrebbe spuntare per il 41,5% ancora nelle mani del fondo Veba dei sindacati dello Uaw un prezzo tra i 4 e i 4,5 miliardi, ma c’è chi ritiene che sia persino inferiore ai 3,9 miliardi delle ultime stime (Ubs ha previsto la chiusura di un accordo su questo valore).
Un accordo con i sindacati non è previsto entro il 28 di novembre, mentre viene ritenuto più probabile entro Natale. Tuttavia, non si sa ancora bene se esso sia relativo alla sola quota del 16,6% o all’intero pacchetto del 41,5%. L’obiettivo di Fiat è salire al 100% del capitale. Successivamente, avverrebbe la fusione con Chrysler e la quotazione al Nyse.
Se Detroit dovesse essere valutata a queste cifre, Fiat potrebbe evitare un aumento di capitale, magari ricorrendo a piccole cessioni o all’emissione di un convertendo.
Nei giorni scorsi, l’accelerazione dell’IPO era stata comunicata da Torino per fare pressione su Veba. Fiat non vede di buon occhio la quotazione di parte di Chrysler, ma è costretta a farlo per evitare di pagare ai sindacati gli oltre 5 miliardi di dollari richiesti per il loro 41,5%.