In alto mare ancora il governo sulla cancellazione della seconda rata dell’IMU. Si apprende che l’esecutivo intenderebbe cancellare solo il 50% dell’aliquota applicata dai sindaci sulle prime case, la differenza continuerà ad essere sostenuta dal contribuente. Cosa significa questo? Che se un Comune ha previsto un’aliquota dello 0,6%, alzandola dallo 0,4% sulle prime case, i proprietari degli immobili continueranno a pagare la differenza dello 0,2%. Ma a fronte di una cancellazione beffa dell’IMU, che potrebbe di fatto non scomparire per moltissime famiglie, lo stato ha già introdotto una serie di accorgimenti, che si tradurranno in oneri fiscali supplementari per famiglie e imprese.
Ad esempio, banche e assicurazioni saranno tenute a versare un acconto Ires maggiorato al 128% già quest’anno, mentre nel 2014 scenderà al 127%. E le società dovranno versare il 101% e non già il 100%, previsto ad oggi. Al contempo, da gennaio 2015 fino a febbraio 2016, le accise sul carburante saliranno per complessivi 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, gli aumenti di benzina, gasolio e diesel potrebbero arrivare sin da subito, perché il governo potrebbe coprire in tale modo alcuni “buchi” di bilancio che sembrano comparire e scomparire di ora in ora, tra cui quello relativo al finanziamento della cultura.
In definitiva, a fronte di una mezza cancellazione dell’IMU, peraltro, ancora in forse sulle prime case, le certezze sono gli aumenti dei balzelli fiscali a carico dei soliti contribuenti. E la confusione regna sovrana, perché tra una Forza Italia che annuncia di non votare la manovra così com’è e un PD lacerato e non disposto a svenarsi elettoralmente per questa legge di stabilità, potrebbero esserci nuovi aggiustamenti.