Alitalia potrebbe licenziare tra i 2.230 e i 2.330 dipendenti. Lo sostengono fonti sindacali, che hanno espresso preoccupazione per la tutela dei livelli occupazionali nella compagnia. In particolare, almeno 1.000 sarebbero i contratti a termine non rinnovati, circa la metà del totale, mentre dei restanti 1.200 esuberi circa, 230 dovrebbero riguardare i piloti, 400 gli assistenti di volo e circa 600-700 il personale di terra. Queste sarebbero le cifre del nuovo piano industriale Alitalia, sebbene i numeri della vigilia fossero ben più alti, tanto che si erano ipotizzati fino a 4 mila esuberi.
Intanto, prosegue il balletto intorno all’aumento di capitale, la cui scadenza per parteciparvi è stata rinviata la scorsa settimana al 27 novembre, in modo da consentire ad Air France-Klm di avere più tempo per decidere se aderire o meno.
Dato per scontato che i francesi non parteciperanno pro quota (25%), Alitalia necessita di un nuovo socio estero, che il governo italiano spererebbe fosse, a questo punto, la compagnia degli Emirati Arabi, Etihad. Questa non avrebbe mai nascosto il suo interesse per Alitalia, anche se non si è ancora fatta avanti per non indispettire probabilmente Parigi.
Si sa che negli Emirati è stato inviato un delegato dell’esecutivo, Fabrizio Pagani, che dovrebbe affrontare la questione con il sottosegretario agli Esteri di Abu Dhabi, all’interno di una più ampia discussione su vari temi bilaterali. Pare che sia presente anche uno dei soci di Alitalia.
E la questione della compagnia dovrebbe essere affrontata anche al tavolo del ministero dei Trasporti del 20 novembre, convocato dal ministro con tutte i rappresentanti del settore aereo, tra cui Enac, Enav, sindacati, compagnie e aeroporti.