Non convince il piano Telecom Italia, presentato dall’amministratore delegato Marco Patuano l’altro ieri per il triennio 2014-2016. Il titolo ieri ha perso a Piazza Affari il 5,5%, scendendo a 0,68 euro. Sostenuti gli scambi, visto che è passato di mano in una sola seduta oltre il 6% dell’intero capitale della compagnia. Come rimarca l’agenzia di rating Fitch, il piano Patuano non avrebbe dato risposte sul fronte dell’ingente debito finanziario, mentre il mantenimento del giudizio di investment grade sarà legato alla capacità di Telecom di frenare il calo dell’Ebitda, sceso del 10% su base annua, nei primi 9 mesi del 2013 a 7,9 miliardi. Anche il debito è sceso di quasi 600 milioni da 28,8 a 28,2 miliardi, ma sarà difficile centrare il target fissato a 27 miliardi entro la fine dell’anno.
Il piano Patuano prevede la cessione di Telecom Argentina, per la cui quota del 22,7% sarebbe già arrivata un’offerta di un miliardo di dollari da parte di un fondo, oggi azionista di minoranza nella controllata. Nessuna cessione, per ora, di Tim Brasil, con l’ad che ha sottolineato come Telefonica non possa salire al 100% in Telco, se prima non si arriverà a un accordo con Anatel, l’authority antitrust brasiliana.
La vendita di Telecom Argentina, la cessione delle torri in Brasile e Italia e di immobili, il mancato dividendo 2014 sulle azioni ordinarie per 300 milioni di euro, l’emissione del bond convertendo a 3 anni e con cedola al 6,125% per 1,3 miliardi e la creazione di cash dovrebbero apportare complessivamente 4 miliardi nelle casse di Telecom, a fronte dei quali la compagnia investirà nel triennio 9 miliardi in Italia, in parte per coprire al 2016 il 50% degli utenti con la fibra ottica.