Secondo profit warning per quest’anno di Ryanair, la compagnia aerea low-cost, che inizia ad avvertire la crisi come tutte le altre concorrenti, anche se nel suo caso solo attraverso utili inferiori alle attese e non tramite perdite. Ieri, la compagnia ha presentato i conti del primo semestre, che si è chiuso la 30 settembre. L’utile netto è stato di 602 milioni di euro, in lieve crescita dell’1% rispetto allo stesso semestre dell’esercizio precedente, quando l’utile era stato di 596 milioni. Bene anche il traffico passeggeri, cresciuto del 2% a 49 milioni di persone. Tuttavia, la stessa Ryanair ha avvertito con un comunicato di tre righe che alla fine dell’esercizio, che si concluderà nel marzo 2014, gli utili dovrebbero attestarsi all’interno di una forchetta attesa tra 500 e 520 milioni di euro, in calo rispetto alla stima precedente di 570-600 milioni, peraltro anch’essa già tagliata.
Sempre per Ryanair, questo calo sarebbe connesso al taglio dei prezzi dei voli e il responsabile finanziario Howard Millar ammette che la gente ha meno soldi da spendere. Immediata la reazione della borsa di Dublino, dove il titolo Ryanair sprofonda del 12%, trattandosi del secondo profit warning in meno di due mesi.
Tra le novità annunciate, oltre al taglio dei prezzi dei voli, del rinnovamento del sito internet, della nuova politica sui bagagli (maggiore flessibilità per le dimensioni di quelli a mano) e alla maggiore gentilezza con il cliente, dall’1 febbraio, come già avviene per Easyjet, non ci saranno più posti liberi in aereo. Chi vorrà il sedile migliore lo dovrà prenotare, pagando un supplemento di 5 euro. Il resto dei posti sarà assegnato da Ryanair.