In Svizzera, il governo federale ha dato esecuzione alla legge approvata dal Parlamento di Berna, che prevede un aumento dell’aliquota fiscale dell’1% sui redditi oltre i 250 mila euro (300.000 franchi svizzeri) a partire dall’1 gennaio 2014. Tale prelievo aggiuntivo contribuirà a sfoltire il debito di quasi 4 miliardi di euro accumulato dalla cassa assicurativa pubblica per la disoccupazione. Secondo il ministero dell’Economia, l’aggravio dovrebbe portare nelle casse dello stato circa 100 milioni di franchi all’anno. In questo modo, il debito potrebbe essere risanato in 15 anni e non negli oltre venti anni previsti senza tale misura. E l’Unione Sindacale Svizzera chiarisce che al risanamento della cassa contribuiranno anche i lavoratori, dato che essi potranno usufruire d’ora in avanti di un tempo inferiore per il godimento del sussidio di disoccupazione, oggi previsto fino a un massimo di 18 mesi.
Protesta l’UDC, partito di destra, che parla di “scandalo”, mentre i Verdi avrebbero voluto incrementare l’aggravio del 2,2%. Nella proposta iniziale, il contributo era previsto per i redditi fino a 250 mila euro, lasciando indenni quelli superiori. Il Parlamento ha ribaltato a giugno tale previsione.
In ogni caso, la pressione fiscale in Svizzera rimarrà tra le più basse al mondo. Oggi, l’aliquota massima federale è dell’11,5% a cui si sommano quelle cantonali e comunali, molto variabili a secondo del posto in cui si vive, ma che porta l’aliquota massima totale per i redditi più alti non oltre il 38-39%, anche se in alcuni casi si aggira intorno al 22%. E l’aliquota media sui redditi medi è intorno al 5-20%.
Il tasso di disoccupazione in Svizzera è, poi, mediamente molto basso, di circa l’1-2%. Solo nel 1997 si sfiorò il record del 5,6%.