I bond Telecom sono stati declassati dall’agenzia di rating Moody’s a Ba1, il cosidetto livello “spazzatura” o “junk”. Secondo l’agenzia, le dimissioni di Franco Bernabè aumentano l’incertezza sulla capacità della compagnia di fare fronte al calo delle entrate e del margine operativo, mentre le opzione alternative richiederanno tempo per essere attuate, sempre che abbiano successo. Immediata la reazione di Telecom, che in una nota spiega di essere solida finanziariamente, con una liquidità disponibile per 12,8 miliardi di euro e una redditività tra le più alte del comparto. Per Moody’s, l’incertezza permarrà fino alla nomina di un nuovo Ceo.
Un bel guaio per Telecom, che adesso avrà qualche difficoltà in più per rifinanziare il suo debito sul mercato, che al netto ammonta a 28,8 miliardi.
Ieri, nel primo pomeriggio era arrivata la notizia dalla Consob che il fondo americano Blackrock è entrato nel capitale della compagnia al 5,13%, una partecipazione importante, che potrebbe fare presagire uno scenario più complesso per il controllo di Telecom, dopo che Telefonica si è portata già al 14,78% e con opzione per salire da qua ai prossimi tre mesi anche al 22,4%.
Di certo, per la compagnia il declassamento di Moody’s rappresenta un flop, non essendo riuscita ad evitarlo, quando era nell’aria da diverse settimane. Più che il problema del debito in sé, a preoccupare gli analisti c’è l’assenza di una prospettiva industriale chiara. Telecom dovrà presto cedere gli asset in Sudamerica, come Tim Brasil, per evitare problemi di antitrust in Brasile e Argentina, ma in questo modo si libererà di controllate che portano al gruppo fatturato e utili in crescita, rendendo Telecom meno redditizia.