Il cda di Finmeccanica ha approvato la cessione di Ansaldo Energia al Fondo strategico italiano, controllato dalla Cdp. In particolare, Fsi rileverà entro la fine dell’anno il 45% oggi in mano al fondo americano First Reserve e il 39,55% di Finmeccanica, la quale rimarrà ancora con una quota del 15%, ma con opzione per la cessione anche di quest’ultima al secondo semestre del 2017 e al prezzo prefissato di 117 milioni più una variabile sulla base dei risultati che la società raggiungerà tra il 2014 e il 2016. In ogni caso, Finmeccanica otterrà subito 273 milioni di euro e 220 milioni di deconsolidamento del debito, con un impatto positivo sul suo bilancio per quasi 500 milioni.
Complessivamente, la Cdp ha messo sul piatto una cifra di 777 milioni e altri 300 milioni di debiti che dovrà accollarsi. Con quest’operazione, Finmeccanica si libera di una controllata che pesava negativamente sui suoi bilanci e risponde alle richieste delle agenzie di rating, dopo che Moody’s aveva declassato i suoi titoli a “junk” per la lentezza delle cessioni programmate quasi due anni fa.
E’ probabile che Fsi ceda successivamente almeno una quota di minoranza ai coreani di Doosan, che da settimane avevano raggiunto un accordo quasi definitivo con Finmeccanica, saltato per l’intervento di Palazzo Chigi, che non vedeva di buon occhio che un asset importante della nostra economia andasse in mani straniere.
Adesso, Finmeccanica dovrà portare avanti anche i dossier Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, le cui cessioni sono previste al più presto e che la stessa Cdp potrebbe rilevare, consentendo alla controllante di concentrarsi sul business della difesa, sicurezza e aerospazio.