Sorpresa al consiglio di amministrazione di MpS, che ha rinviato l’approvazione del nuovo piano industriale per ragioni strettamente formali. Il comunicato del board dell’istituto spiega, infatti, che non è ancora stato completato l’iter autorizzativo e non è stata completata la fase istruttoria tra Ministero dell’Economia e Commissione Europea. L’ok avverrà tra qualche settimana, anche se già si conoscono alcuni punti del piano. Il primo e più importante riguarda l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, così come imposto da Bruxelles e che dovrà essere realizzato entro il 2014. Si tratta di un importo uguale all’attuale capitalizzazione a Piazza Affari della banca e di gran lunga superiore al miliardo messo in conto da MpS nel primo piano presentato alla Commissione.
Si parla anche di tagliare altre 200 filiali, oltre alle 400 già decise. E se 4.600 posti di lavoro sono già stati soppressi dal precedente piano, altri tagli potrebbero arrivare dall’esternalizzazione dei lavoratori del back-office, che saranno ceduti alla cordata Bassilichi-Accenture, oltre che del reparto informatico.
MpS ha anche comunicato che intende avvalersi del diritto di non corrispondere le prossime cedole sui titoli ibridi, così come propugnato dalla Commissione. Si tratta dei bond Antoneventa Capital Trust I, Antonveneta Capital Trust II e del cosiddetto bond “Fresh”, le cui cedole arrivano a scadenza rispettivamente il 21, 27 e 30 settembre.
Quanto alla richiesta della UE di velocizzare i tempi delle cessioni dei bond pubblici in pancia e pari a 29 miliardi di euro, la strategia dovrebbe consistere nell’attendere le scadenze. Entro il 2015 arriveranno a maturazione quasi 9 miliardi di euro di titoli, portando il portafoglio complessivo a 20,5 miliardi tra due anni.