E’ stato raggiunto l’accordo in Telco, la holding che controlla Telecom Italia al 22,4%. Telefonica salirà dall’attuale 46,18% al 65%, con opzione per arrivare fino al 70%. A vendere saranno i soci italiani di Generali (30,58%), Mediobanca (11,62%) e Intesa Sanpaolo (11,62%). L’operazione è da 800 milioni di euro e sarà attuata per metà in equity e per metà con l’assunzione di debito. A novembre, infatti, arriva a scadenza un debito Telco da 1,05 miliardi, che dovrà essere rifinanziato. Le azioni saranno acquisite al prezzo di più di un euro, una valutazione del 70% superiore a quella di mercato (0,59 euro è il valore di chiusura in borsa del titolo di ieri). Generali e Intesa, in ogni caso, subiranno un’ulteriore svalutazione, avendo ancora il titolo in carico a 1,20 euro, mentre Piazzetta Cuccia lo ha svalutato qualche giorno fa ai prezzi di mercato.
Quindi, Telco rimane e anche qualora i soci italiani dovessero tutti disdire, la holding rimarrebbe in piedi ancora per un anno. Il tempo necessario per la riorganizzazione di Telecom da parte di Telefonica, che ha già in mente la cessione di Tim Brasil, al fine di evitare contrasti con l’Antitrust carioca.
Telecom, quindi, sarà controllata dagli spagnoli al 15% circa del suo capitale azionario, anche se al cda del 3 ottobre bisognerà mettere sul tavolo l’aumento da 3-5 miliardi, che potrebbe anche essere riservato. Difficile che gli spagnoli possano sottoscriverlo per tutto l’importo, visto l’alto livello di indebitamento (50 miliardi), più probabile che parteciperanno pro-quota, con un esborso previsto fino a 750 milioni di euro.
Intanto, l’Antitrust potrebbe aprire il fascicolo Telecom anche sullo scorporo della rete, qualora l’iniziativa non arrivasse su base volontaria da parte della stessa compagnia, quale stimolo per la parità di accesso per tutte le società.