La Commissione di Bruxelles sta studiando un nuovo metodo per il calcolo del deficit strutturale, quello al netto delle componenti legate alla congiuntura, che beneficerà i membri dell’Eurozona con alti tassi di disoccupazione. In particolare, stando ad Associated Press, il paese più favorito sarebbe la Spagna, mentre altri che beneficeranno della revisione saranno Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro. La revisione dovrebbe consistere in un diverso calcolo della differenza tra crescita strutturale e quella potenziale. In ogni caso, pare di capire che l’Italia non dovrebbe ottenere alcun beneficio da tale revisione, perché pur essendo uno dei paesi più colpiti dalla crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni, ha livelli di disoccupazione in linea con la media europea.
E il Def presentato ieri dal governo Letta conferma le difficoltà anche per l’Italia di rispettare i target fiscali concordati con la UE. Il rapporto deficit/pil per quest’anno tende al 3,1%, lo 0,1% in più del massimo consentito e superiore al 2,9% dell’obiettivo del governo. Tuttavia, lo stesso premier ha rassicurato che entro la fine dell’anno saranno individuati i provvedimenti tesi a riportare il deficit entro i limiti concordati e non si sforerà il tetto massimo.
Ieri, anche l’Irlanda ha pubblicato cifre sulla crescita inferiori alle attese. Il pil nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,4% congiunturale, meno dell’1% atteso dagli analisti, mettendo a rischio l’obiettivo di una crescita dell’1,3% nel 2013. Malgrado si sia trattata della prima espansione dal secondo trimestre del 2012, Dublino potrebbe essere costretta a non allentare la morsa sui conti pubblici, come avrebbe desiderato, anche se un aiuto potrebbe adesso arrivare dall’Europa con la revisione del metodo di calcolo del deficit strutturale.