Il governo inglese ha iniziato a ri-privatizzare Lloyds, l’istituto bancario parzialmente nazionalizzato nel 2009, a causa della crisi dei subprime che lo aveva travolto. In particolare, il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha dichiarato che la holding che gestisce la partecipazione statale nella banca, la UK Financial Investments, cederà il 6% di Lloyds, scendendo così dal 38,7% al 32,7%. Ciascuna delle 4,28 miliardi di azioni offerte sarà prezzata 75 pence, un valore un pò inferiore ai 77,36 pence della chiusura di lunedì, tanto che i bancari hanno reagito negativamente in borsa ieri al London Stock Exchange. Lo stato incasserà dalla vendita 3,21 miliardi di sterline, pari a circa 3,82 miliardi di euro.
Si tratta di una prima tranche, anche se il governo ha comunicato che altre cessioni di quote di Lloyds non avverranno prima dei prossimi tre mesi, in modo tale da non fare deprimere il titolo in borsa.
Nel 2009, l’acquisizione da parte dello stato delle azioni Lloyds avvenne a 73,6 pence, sebbene il prezzo medio di mercato fosse allora di 61 pence. Il governo aveva iscritto la differenza a perdita sul bilancio pubblico, aggravando il debito. E 61 pence era il break-even per Osborne, ossia il prezzo la di sopra del quale si sarebbe potuto iniziare a vendere.
Il governo ha approfittato del rialzo straordinario del titolo negli ultimi 12 mesi, balzato del 95%, grazie all’utile da 2,1 miliardi di sterline riportato nel primo semestre dell’anno, quando nei primi sei mesi del 2012 si era avuta una perdita di 456 milioni.
Grazie alla cessione annunciata in questi giorni, lo stato britannico riporterà a bilancio un utile di 61 milioni di sterline, ricompensando i contribuenti dell’intervento di 4 anni fa.