Ieri, il Tesoro ha collocato CTz (Certificati del Tesoro Zero Coupon) per un importo complessivo di 2,98 miliardi di euro, quasi ai massimi della forchetta da 2-3 miliardi prevista. La quinta tranche dei titoli senza cedola e con scadenza 30 giugno 2015 è stata emessa al rendimento dell’1,871%, in leggero aumento dall’,1,857% dell’asta precedente. In calo il rapporto di copertura a 1,46 da 1,56. Complessivamente, quindi, la domanda è stata pari a 4,34 miliardi di euro. Allo stesso tempo, il Tesoro ha anche emesso BTp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona per un miliardo di euro e al rendimento del 2,3% per la scadenza di settembre 2018 e del 3,3% per quella di settembre 2026.
Tensioni sullo spread sul mercato secondario, salito fino a 260 punti base, mentre a tratti i rendimenti dei titoli italiani sono stati superiori di quelli spagnoli. E lo spread BTp-Bonos si è di fatto ridotto. Ciò conferma che due sarebbero gli elementi che hanno gravato e graveranno anche nelle prossime aste: il possibile scenario di crisi politica in Italia e l’instabilità nel Medio Oriente, con la Siria che potrebbe essere terreno di un intervento militare di USA e Gran Bretagna.
Oggi è prevista l’emissione di BoT, mentre domani toccherà ai BTp di lungo termine. Se il trend negativo dei nostri titoli dovesse proseguire, il contraccolpo sui conti pubblici sarebbe evidente. Prima del collocamento di ieri, si calcolava che il Tesoro dovesse far fronte a 122 miliardi di euro di titoli in scadenza entro la fine dell’anno, anche se il “tesoretto” accumulato nei mesi scorsi, in seguito ad aste più “larghe” delle necessità finanziarie, approfittando della discesa dei rendimenti, potrebbe dare una mano nel coprire parte di tali scadenze.