Reazione a catena sul settore bancario italiano. E’ quanto prevedono gli analisti di Equita quando l’aumento di capitale di Intesa Sanpaolo sarà ufficializzato. Il broker comincia con Unicredit.
Il ceo della banca, Federico Ghizzoni, ha dichiarato che non c’è bisogno di aumento di capitale, ma per gli esperti di Milano la situazione in Piazza Cordusio non è proprio così, tranquilla.
“La decisione di Intesa Sanpaolo di portare il Core Tier 1 ratio 2011 a circa il 10%, secondo noi porterà Unicredit attualmente all’8,6% con oltre 100 punti base di impatto da Basilea 3 a ripensare alla propria posizione, probabilmente nel 2012”, è l’idea degli esperti.
Passando al sospettato numero uno di oggi Mps, anche qui gli indizi non mancano. “Anche in questo caso l’aumento di capitale sembra quasi certo,l’ammontare sembrerebbe più vicino ai 2 miliardi che non a 1,5 miliardi”, segnalano gli analisti.
Secondo Il Sole la Fondazione starebbe chiedendo l’autorizzazione al Ministero dell’Economia per indebitarsi fino a 200 milioni, per poi vendere asset per 500-600 milioni fra cui le varie quote in Intesa Sanpaolo e Mediobanca. “La Fondazione intenderebbe anche vendere le azioni BMPS privilegiate in portafoglio (10% del capitale della banca), ma non è immediato individuare il compratore, né il razionale dell’operazione”, segnalano gli analisti della sim milanese. “Con due miliardi di aumento di capitale, Mps ripagherebbe i MEF bonds, porterebbe il core Tier 1 ratiio 2011 all’8,4%.
Le nostre stime già tengono conto di un aumento di capitale da 1,5 miliardi, un’operazione da 2 miliardi comporterebbe una diluzione ulteriore dell’8%”.
Passando alle banche popolare, la stampa tace. Per gli esperti “è probabile che Banca d’Italia tolleri ratios inferiori per le banche medie non considerate sistemiche, oppure consideri il consolidamento come un’alternativa al rafforzamento patrimoniale via aumenti di capitale”.
fonte finanza.com
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