I mutui italiani sono i più cari d’Europa. Lo confermano i dati di Confartigianato, che evidenzia un crollo del 13,8% nelle compravendite immobiliari nel primo trimestre del 2013, rispetto all’ultimo dell’anno precedente. In particolare, esse sono diminuite su base congiunturale del 13,8% e nonostante il costo medio dei mutui si sia abbassato di 27 punti base, restano i più costosi in Europa, con un tasso medio del 3,53% registrato a maggio, 66 punti base superiori alla media UE (2,87%).
E al mese di giugno di quest’anno, le banche risultano avere concesso uno stock complessivo di mutui per un valore di 364,1 miliardi di euro, lo 0,8% in meno su base mensile. Un dato in controtendenza rispetto all’Europa, dove al contrario si è registrata una crescita dello 0,8%, con punte del 2,7% in Francia e del 2,1% in Germania. Ma almeno in questo non siamo stati i peggiori, superati dalla Spagna (-3,8%).
E il settore dell’edilizia si conferma in crisi, avendo perso dal 2009 ad oggi 391 mila posti di lavoro, di cui 122 mila solo negli ultimi dodici mesi. Tuttavia, sarebbero per Confartigianato almeno 2 milioni le famiglie pronte per qualche intervento di ristrutturazione per i prossimi 12 mesi, in crescita del 22,2% rispetto al luglio del 2012. In particolare, nel secondo semestre è prevista una crescita della spesa complessiva per gli interventi di manutenzione e di riqualificazione energetica per 1,565 miliardi, di cui 1,065 miliardi per ristrutturazioni edili e circa 500 milioni per il risparmio energetico. Si tratta di una crescita del 26%.
Importanti, sempre per Confartigianato, sarebbero gli incentivi fiscali legati al settore, in quanto consentirebbero una ripresa duratura, specie se tali previsioni legislativi fossero resi stabili. Nel 2011, ad esempio, 6,7 milioni di famiglie si sarebbero giovate degli incentivi e in quell’anno la spesa totale per interventi di ristrutturazione ha ammontato a 12 miliardi di euro, di cui 3,5 miliardi per la riqualificazione energetica e 8,5 miliardi per migliorare gli immobili.