Il titolo Telecom Italia è salito ieri del 6,7%, sulla notizia che la spagnola Telefonica potrebbe dopo l’estate iniziare la scalata alla compagnia. Telefonica controlla già oggi Telecom al 10%, ma insieme a Mediobanca, Generali e Intesa, attraverso la holding Telco, che complessivamente detiene il 22,4%. Tuttavia, nelle prossime settimane, gli istituti potrebbero dismettere le loro partecipazioni, consentendo così alla spagnola di acquisire le quote oggi in loro possesso e di finanche raddoppiare la propria presenza in Telecom, diventando unico vero socio di controllo.
Sorge, però, un problema, con riferimento agli asset in possesso sia di Telefonica che di Telecom. La prima è a capo di Vivo, la compagnia che in Brasile è primo operatore mobile con una quota di mercato del 28,66%. Telecom controlla, invece, Tim Brasil, secondo operatore con il 27,12%. Qualora Telefonica scalasse Telecom, si ritroverebbe di fatto ad essere proprietaria anche di Tim Brasil, ma l’authority brasiliana, Anatel, ha da tempo avvertito che non sono consentiti controlli incrociati, scambi di know-how e di tecnologie. Pertanto, o Telecom vende Tim Brasil o Telefonica cede Vivo.
Ora, Tim Brasil è al momento un asset incedibile per l’ex monopolista pubblico italiano, perché produce utili e ha ottime prospettive di crescita. Per questo, si vocifera che Telefonica potrebbe cedere Vivo a Carlos Slim, che in Brasile è a capo di America Movil, terzo operatore sul mercato carioca. Sempre che l’Anatel consentirà l’operazione.
La strategia, dunque, degli spagnoli sarebbe chiara: cedere gli asset in America Latina, per scalare Telecom e riposizionarsi sul mercato sudamericano, acquisendo di fatto il controllo di una compagnia della stessa entità di quella che si sarebbe venduta.