La crisi si sta facendo sentire nella prima settimana dei saldi estivi. Secondo un sondaggio Fismo, realizzato per Confesercenti, i primi sette giorni delle vendite scontate hanno prodotto un calo medio della spesa del 15%, rispetto allo scorso anno, quando già gli indici erano in discesa. Anche se a macchia di leopardo, in Italia si registra la tendenza a un calo più sostenuto dei capi di abbigliamento della fascia “premium”, ossia riferita alla clientela che potrebbe spendere di più, mentre più contenuto sarebbe il crollo della fascia bassa. Così come crolla maggiormente l’abbigliamento per gli adulti, rispetto a quello per ragazzi, data la volontà di molte famiglie di sacrificare i consumi in favore dei figli. In ogni caso, i saldi estivi a Milano segnano una certa tenuta, ma fondamentalmente per la presenza di turisti europei ed extraeuropei, come gli arabi, mentre i negozi della città maggiormente rivolti alla clientela locale soffrono la crisi. Il calo a Bologna è più marcato, intorno al 20%, mentre a Bari arriva al 25%.
Più in generale, non si registrano quasi da nessuna parte le lunghe file tradizionali davanti ai negozi, che accompagnavano i primi giorni dei saldi estivi.
Male anche le vacanze, con 7,8 milioni di italiani che non sarebbero nelle condizioni di partire quest’anno e che si aggiungono ai 23,3 milioni di italiani che lo faranno tra più di una difficoltà. I numeri parlerebbero chiaro: tra aprile del 2012 e il marzo 2013 la presenza di clienti italiani e stranieri nelle nostre strutture ricettive e il numero dei loro pernottamenti sarebbe sceso intorno al 6%, stando a un’indagine di Confartigianato.