La sospensione della rata di giugno dell’IMU è già un dato di fatto. Adesso, entro agosto bisognerà riformare la tassazione sugli immobili, per cercare di trovare, anzitutto, la copertura di 2 miliardi di euro della suddetta sospensione della prima rata, che potrebbero diventare 4 miliardi, qualora il governo seguisse le indicazioni del PDL, che vorrebbe l’abrogazione tout court dell’imposta su tutte le prima case. Ma tra il mantenimento dell’IMU così com’è e l’abrogazione totale sulle prime abitazioni esistono diverse soluzioni allo studio del ministero dell’Economia. Una delle più gettonate e semplici sarebbe l’innalzamento della franchigia concessa dallo stato su ciascun immobile. La riforma Monti prevede ad oggi che sulla somma finale da pagare sulle prime case si detraggano 200 euro fissi e altri 50 euro per ciascun figlio, fino a complessivi 600 euro. Adesso, il Tesoro potrebbe proporre l’innalzamento della detrazione fissa fino a 5-600 euro, in modo da far pagare l’IMU solo sulle prime abitazioni di lusso o, comunque, di alto valore catastale.
Un’altra soluzione potrebbe consistere nel legare l’IMU ai metri quadrati o ai vani. Nel primo caso si seguirebbe l’impianto già previsto per la Tares, così come oggi accade anche in Grecia, dove i proprietari di immobili pagano una batosta tra 5 e 20 euro per metro quadrato. In questo caso, lo stato potrebbe concedere l’esenzione di tot metri quadrati per ciascun componente familiare, in modo da fare pagare di meno le famiglie e, in particolare, quelle numerose.
Infine, i comuni hanno proposto a via XX Settembre una sorta di tassa dei servizi. In sostanza, l’IMU non sarebbe pagata soltanto dai proprietari degli immobili, bensì pure da chi gode dell’immobile stesso, come l’inquilino. Il quale dovrebbe così sostenere gli oneri indivisibili degli enti locali, come l’asfaltamento delle strade e l’illuminazione pubblica.