Il premier cipriota Nicos Anastasiades ha inviato una lettera ai leader europei, chiedendo che siano modificate le condizioni pattuite a marzo per il salvataggio finanziario dell’isola. Nella lettera, il premier ha avanzato proposte per ridefinire alcune misure, in modo da attenuare gli effetti negativi sulla popolazione, essendo l’economia dell’isola travolta da una profonda recessione. Ad esempio, Anastasiades vorrebbe che fossero addolcite le condizioni previste per mettere in sicurezza Bank of Cyprus, così come che la liquidità di emergenza concessa alla Laiki, secondo istituto dell’isola, fosse trasformata in obbligazione a medio-lungo termine.
Ma da Bruxelles sarebbe arrivata una risposta negativa, poiché una fonte avrebbe confermato che non sarebbero in arrivo cambiamenti al bail-out e che semmai bisognerà attendere il medio termine, com’è già avvenuto per la Grecia.
Intanto, Bank of Cyprus ha annunciato il licenziamento di 2.500 dipendenti, di cui 1.500 in autunno e altri 1.000 a dicembre, così come il dimezzamento delle filiali nel paese e la decurtazione del 30% degli stipendi. Ricordiamo, poi, che il salvataggio delle banche passa anche per il coinvolgimento dei risparmiatori nelle loro perdite, ma solo per la parte dei depositi sopra i 100 mila euro.
Se non una modifica alle condizioni negoziate, Nicosia potrebbe sperare in un prestito aggiuntivo, oltre i 10 miliardi già previsti dei 17 miliardi necessari per salvare l’isola. I tedeschi sarebbero contrari, ma alla fine quella di una nuova linea di credito potrebbe essere l’unica soluzione possibile, per via delle difficoltà in cui versa Cipro e per evitare di commettere gli stessi errori per la Grecia.