In arrivo quello che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha definito il “decreto del fare”. Si tratterebbe di una serie di misure, tese a rilanciare la crescita, ma che non comprenderebbero i provvedimenti in materia fiscale di cui si sta discutendo da settimane. Anzitutto, niente questione IVA. Ad oggi, l’orientamento del governo è di bloccare l’aumento previsto dell’aliquota del 21% al 22% dall’1 luglio. E’ un’eredità del governo Monti, ma che il governo Letta ha previsto di bloccare, almeno fino al 31 dicembre. Il mancato gettito di tale non aumento è valutato in 2,1 miliardi per il 2013 e in 4,2 miliardi per il 2014. L’esecutivo dovrà, quindi, trovare in pochi giorni un paio di miliardi per coprire il buco, salvo prendersi altri cinque mesi di tempo per trovare i restanti due miliardi per gli esercizi successivi.
Intanto, però, il consiglio dei ministri ha deciso di innalzare l’IVA sui cd e sui dvd abbinati a giornali e riviste, portandola dal 4% al 21%, a partire dal primo gennaio del 2014. Si tratta di un intervento di razionalizzazione, che dovrebbe fare introitare allo stato 125 milioni di euro.
Resta l’incognita dell’IMU sulle prime case. La normativa sulla fiscalità sugli immobili dovrebbe essere affrontata con un testo entro il 31 agosto, ma l’alleggerimento della tassazione sulle prime case dovrebbe essere cosa certa, anche se pesa notevolmente l’incognita della riforma del catasto, che potrebbe annullare qualsiasi beneficio o aggravare l’onere, attraverso l’aumento della base imponibile. Il PDL spinge per l’abrogazione totale e il punto è politicamente così delicato che dovrebbe essere accettata anche dall’esecutivo l’ipotesi di eliminare del tutto l’IMU sulle prime abitazioni, magari lasciandola solo sulle abitazioni di lusso.