Sono arrivate nel porto statunitense di Baltimora e in quello canadese di Halifax le prime 3.200 Fiat 500L, trasportate a bordo della Grimaldi Lines e imbarcate dal porto serbo di Bar lo scorso 10 maggio, dopo essere state trasportate in treno dallo stabilimento di Kragujevac. Ad attendere le vetture al loro approdo negli USA c’era anche l’ambasciatore serbo a Washington, Vladimir Petrovic, che ha parlato di orgoglio per il suo paese. E la Fiat Automobiles Serbia ha avviato le procedure per assumere altri 600 dipendenti, portando a 3.000 il numero complessivo dei lavoratori impiegati nello stabilimento serbo, senza contare i 1.200 lavoratori dell’indotto. D’altronde, la Fiat 500L è l’unica auto del segmento B a registrare una crescita nelle vendite. Dal lancio dell’autunno del 2012 sono state immatricolate già 34 mila unità.
Ed entro la fine dell’anno, negli USA dovrebbero essere inviate 35 mila vetture a un ritmo di un carico ogni due settimane. In tutto, lo stabilimento dovrebbe produrre tra 110.000 e 150.000 veicoli, da esportare in più di 100 mercati nel mondo.
Le esigenze di produzione a Kragujevac sono aumentate, tanto che oltre all’assunzione di nuovi lavoratori sono stati anche aumentati i ritmi. Ma non è bastato che grazie agli investimenti realizzati per ristrutturare e ammodernare il sito, Fiat sia stata insignita del riconoscimento di “Companybest 2012” da parte di Autobest, l’organizzazione automobilistica dei mercati emergenti europei. La scorsa settimana, tra venerdì e sabato, un operaio ha danneggiato 31 veicoli per protesta contro i bassi salari e i ritmi a suo dire intollerabili, provocando un danno di 50 mila dollari.
Il sindacato minimizza, circoscrivendo l’episodio a un gesto isolato, ma ammonisce sullo stress a cui sarebbero sottoposti i dipendenti e chiedono che tra i manager siano assunti anche serbi, in modo che essi comprendano le abitudini locali.