Nel corso dell’ottava edizione al Borgo La Bagnaia dell’Osservatorio permanente giovani-editori, il presidente di Monte Paschi di Siena, Alessandro Profumo, è intervenuto sui punti più scottanti della gestione dell’istituto senese, travolto dallo scandalo derivati esattamente quattro mesi fa e che ha evitato il baratro solo grazie all’emissione dei cosiddetti Monti-bond per 4 miliardi di euro. Profumo ha affermato che obiettivo principale della sua gestione è il rimborso di queste obbligazioni, evitando di nazionalizzare Siena, che al contrario dovrà restare indipendente, spiega. Per fare questo, entro due anni dovrà esserci un aumento di capitale da un miliardo di euro, così come una riqualificazione dei ricavi e un taglio dei costi.
Al contempo, ha smentito la notizia riportata dall’Espresso su una possibile fusione con BancoPosta. Notizia che era stata smentita in precedenza anche dall’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi.
Profumo ha ricordato come la banca sia stata gestita con criteri errati e non seguendo le regole, perché in Italia, ha affermato, non esiste una cultura delle regole. Ma ha invitato i giovani a “spazzare via” la sua generazione, non aspettando che siano i suoi coetanei a farlo.
In ogni caso, dalle dichiarazioni del manager emerge la netta volontà di opporsi alla nazionalizzazione, che sarebbe certa nel caso Siena non riuscisse a pagare gli interessi sui 4 miliardi prestati dal Tesoro, successivamente al 2013. Il governo Letta starebbe ipotizzando, infatti, uno scenario di ingresso della Cdp, tramite Poste Italiane. Una nazionalizzazione di fatto, che metterebbe la dirigenza sotto controllo, a tutela del credito vantato dallo stato.