L’assemblea dei lavoratori della Richard Ginori ha approvato a maggioranza ieri il piano dell’occupazione, presentato dalla maison di casa Kering, Gucci. Stando al piano, su 308 lavoratori, 230 verranno riassorbiti con contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato, venendo anche riconosciute le anzianità di servizio sotto la precedente gestione, anche se l’assunzione sarà ex novo. Almeno altri 47 dipendenti saranno, invece, collocati presso società collegate a Gucci e il restante personale sarà incentivato verso iniziative di lavoro autonomo o spinto al prepensionamento. In ogni caso, hanno spiegato i sindacati di base dell Ginori, si tratta della migliore intesa possibile, giunta ieri all’alba, dopo un’intensa maratona notturna di trattative di 10 ore.
La Gucci sborserà tra 10 e 15 milioni di euro per il rilancio del sito produttivo di Sesto Fiorentino, senza contare i 13 milioni per rilevare l’azienda e gli investimenti immobiliari. Secondo l’ad Gucci, Patrizio Di Marco, la società avrebbe dovuto assumere solo 180 lavoratori, ma si è fatto lo sforzo di impattare al minimo sui livelli occupazionali, salvaguardando le maestranze e il patrimonio artistico-culturale dell’azienda.
A questo punto, il closing dell’operazione dovrebbe avvenire al più presto, non appena il Tribunale di Firenze avrà predisposto la relativa documentazione. L’accordo con i sindacati era stato indicato dalla maison quale precondizione per rilevare la fallita Ginori.
Intanto, si apprende che la Procura fiorentina ha aperto un fascicolo contro “eventuali terzi”, per verificare la bontà dell’asta con cui il 22 aprile si è giunti all’assegnazione del sito di Sesto a Gucci. Non si tratta di un’indagine a carico di Gucci, però, ma solo di verifiche, atte a stabilire che le procedure siano state conformi alle norme. Gucci è stato l’unico offerente ad essersi presentato un mese fa.