Il governo è al lavoro su importanti nodi fiscali, che dovranno essere sciolti entro i prossimi giorni. Il primo punto riguarda la soppressione o il rinvio della rata IMU di giugno. Il PDL spinge per cancellarla, mentre l’esecutivo valuta se non siano possibili soluzioni compromissorie. La misura più forte vale 2 miliardi di euro, che salirebbero a 4-5 miliardi se il governo dovesse procedere, come si sta ipotizzando in queste ore, alla cancellazione anche dell’IMU sui capannoni e sui fabbricati agricoli. Nessun costo, invece, qualora si trattasse di un semplice rinvio, mentre il costo potrebbe essere inferiore dei 2 miliardi di cui sopra, nel caso in cui fossero sgravate dal pagamento solo alcune fasce di contribuenti con reddito basso. Altro capitolo riguarderebbe anche la Tares, il cui rinvio pare sia destinato ad essere confermato per il 2014. Potrebbero, invece, essere cancellate le imposte di registro sulle transazioni immobiliari (4 miliardi) e quelle ipotecarie e catastali (2 miliardi) e così come essere accantonato l’aumento dell’IVA a luglio.
Infine, anche la cedolare secca sugli affitti (21% o in certi casi il 19% del canone di locazione) potrebbe essere soppressa e al suo posto tornare l’unica soluzione di inserire i redditi da locazione nella dichiarazione fiscale. La misura non avrebbe funzionato, avendo offerto un gettito allo stato per soli 600 milioni, contro i 2,7 miliardi ipotizzati nel 2011.
Per cercare di non sforare l’obiettivo di un deficit massimo al 3% del pil, il Parlamento starebbe verificando e studiando le opportune coperture finanziarie. Si fa strada la proposta di sottoporre le sigarette elettroniche alle accise, oltre che all’IVA, come i comuni tabacchi, sebbene non sia ancora stato reso noto il gettito presumibile di tale operazione.