I mercati hanno votato la fiducia al governo di Enrico Letta. Ieri, Piazza Affari ha brindato al nuovo esecutivo con un rialzo del listino del 2,2%, attestandosi la migliore del Vecchio Continente. Ma i risultati più soddisfacenti si sono avuti anche e soprattutto all’asta dei BTp di ieri mattina, quando il Tesoro ha collocato tutti i sei miliardi di euro in titoli a 5 e a 10 anni. In particolare, i BTp triennali sono stati emessi per tre miliardi e hanno riscontrato una domanda pari a 1,36 volte l’importo offerto, mentre i rendimenti sono scesi dal precedente 3,65% al 2,84%. Altri tre miliardi sono stati rastrellati per i titoli decennali, che hanno esitato un rendimento in calo dal 4,66% al 3,94%, grazie a richieste per 1,42 volte l’importo massimo offerto, in rialzo dal precedente 1,33. Si tratta di risultati minimi da due anni e mezzo, confermando il buon esito dell’asta dei BoT semestrali di venerdì scorso, quando il rendimento era crollato allo 0,503% dallo 0,831% di marzo, il minimo di sempre.
Bene anche il mercato secondario, con lo spread tra i BTp e i Bund a dieci anni che stringe dai 285 punti della chiusura di venerdì ai 271 bp di ieri. I titoli decennali rendono ormai al di sotto del 4% e anche in questo caso si tratta del migliore risultato da due anni e mezzo, prima che la crisi finanziaria prendesse di mira l’Italia.
E se S&P ha confermato il rating italiano di BBB+, ma avvertendo sui rischi significativi che il nostro Paese corre sul fronte della crescita, un report di Credit Suisse sottolinea come il governo Letta abbia maggiori chance di durare a lungo di quanto si pensi, sebbene si ammetta che non è dato prevedere con certezza che esso porterà avanti le riforme richieste.